La birra bionda

La birra bionda è una bevanda molto amata in tutto il mondo. Grazie alla sua versatilità, è possibile trovarla in tantissime varianti, ognuna con le sue caratteristiche uniche.

La birra bionda è una bevanda che ha una lunga storia e una grande varietà di tipi e sapori. Il colore biondastro della birra è dato dal tipo di cereali utilizzati e dal grado di tostatura del malto. Questo processo di essiccazione avviene a temperature inferiori rispetto alle birre scure.

Le diverse gradazioni di biondo vengono classificate sulla scala EBC (European Brewing Convention), che va da 4 EBC per le bionde più leggere come le Weiss e le Pale Lager, fino a 12 EBC per la American Pale Ale o le Indian Pale Ale.

Le birre bionde prodotte industrialmente possono perdere in termini di sapore, poiché subiscono una bassa fermentazione e fanno uso di mais e riso. Diverso è il discorso per le birre artigianali, che mantengono l’anima bionda di una gradazione alcolica bassa, senza rinunciare a una fermentazione più alta per esaltare il gusto.

Tra le birre bionde artigianali più conosciute ci sono la blanche, la weiss e la golden ale. La blanche è caratterizzata da un retrogusto speziato e proprietà rinfrescanti. La weiss ha un sapore più deciso, mentre la golden ale è la versione alta fermentazione delle lager o della pilsner leggera.

Ma ci sono anche altre birre bionde, come le lambic, le speziatissime saison e la nostrana birra medievale Gose. La Gose è famosa per il suo gusto acido e salato ed è considerata una delle birre più strane al mondo. Risalente a mille anni fa, la Gose prende il nome dal fiume Gose che attraversa Goslar, città famosa per le sue cave di sale.

Il particolare retrogusto salato della Gose deriva dall’alto contenuto di minerali nell’acqua delle fonti usate dai birrai del posto. La Rittergut Döllnitz era la prima casa produttrice di Gose, ma la produzione si fermò nel 1945 a causa della guerra mondiale che distrusse gran parte dei birrifici.

La Gose fu momentaneamente recuperata da Friedrich Wurzel, ex dipendente della Rittergut Döllnitz, che portò avanti la tradizione del birrificio fino al 1966, quando la piccola produzione dovette arrendersi alle grandi multinazionali. L’ultima Gose fu servita al Fröhlich Hotel di Lipsia il 31 marzo dello stesso anno.

Una curiosità interessante è che ancora oggi la Gose viene imbottigliata nelle tipiche bottiglie dal collo lungo prodotte dai vetrai di Venezia. Questo perché il lievito forma un cappello sulla birra che permette, anche senza tappo, una naturale gasatura della birra. Questa particolare tecnica di imbottigliamento viene chiamata “bouchonnage à la méthode de Venise” e ha origine nel XVII secolo. In questo metodo, la bottiglia viene riempita fino all’orlo, il tappo viene inserito solo in superficie e la bottiglia viene quindi capovolta, in modo che il lievito si depositi sul tappo, formando un cappello che permette alla birra di gasarsi naturalmente.

Questa tecnica di imbottigliamento è stata utilizzata per secoli in Europa per la produzione di birre artigianali, ma negli ultimi decenni è stata sempre più abbandonata a favore di metodi più moderni.

La birra bionda è una delle varietà di birra più amate al mondo grazie alla vasta gamma di stili e varietà disponibili e al suo caratteristico sapore dolce e fruttato. Sia che si tratti di una birra Pilsner, Helles, Kölsch o d’abbazia belga, la birra bionda è un’ottima scelta per accompagnare una vasta gamma di piatti e per godersi un momento di relax in compagnia degli amici.