La birra nel Medioevo: dai monasteri alle case, storia di una bevanda che ha fatto l’Europa

La birra ha attraversato i secoli affiancando l’umanità dal Neolitico a oggi, ma è nel Medioevo che questa bevanda trova un ruolo fondamentale nella vita quotidiana, nella cultura e nella tradizione europea. Le sue radici affondano nell’antica Mesopotamia e in Egitto, dove era una bevanda sacra e parte della vita ordinaria, offerta come alimento e bevanda rituale. Ma il salto di qualità si compie nel Medioevo, quando la produzione della birra diventa una pratica raffinata grazie all’intervento dei monasteri e delle comunità religiose.
Nel cuore dell’Alto Medioevo, i monasteri salgono alla ribalta come centri di produzione brassicola. In epoche in cui l’acqua poteva essere contaminata, i monaci scoprono che far bollire l’acqua nel processo di produzione della birra ne garantisce la salubrità, rendendo questa bevanda più sicura rispetto a molte altre a disposizione della popolazione. L’Abbazia di Montecassino, tra il VII e l’VIII secolo, è tra le prime a produrre birra in Italia, instaurando un profondo legame tra tradizione religiosa e pane liquido.
Nel corso del Medioevo, le abilità brassicole monastiche si perfezionano e la birra diventa non solo un alimento, ma un elemento di scambio e commercio locale. In molte regioni solo i nobili e le istituzioni ecclesiastiche erano autorizzati a produrla; solo in seguito, con la crescente domanda e i gettiti fiscali, si estende la licenza di produzione a privati, creando le basi per nascenti corporazioni dei birrai.
Una svolta decisiva nella qualità della birra medievale è l’introduzione del luppolo, che sostituisce il precedente uso di miscele di erbe aromatiche, chiamate gruit. Queste miscele erano spesso vendute in regime di monopolio da parte delle autorità religiose o civili. Suor Ildegarda di Bingen, figura chiave della medicina e della scienza medievale, individua l’azione antisettica e conservante del luppolo, contribuendo alla sua diffusione prima in area tedesca, poi in molte regioni d’Europa.
Nel contesto domestico, la birra era spesso prodotta nelle case: le donne medievali, come le alewives in Inghilterra, erano le principali produttrici domestiche. La birra era una componente essenziale della dieta quotidiana, grazie alla sua facilità di produzione e alla rapidità con cui si deteriorava, che giustificava una produzione continua. La regolamentazione della qualità e del prezzo della birra era affidata a leggi locali che spesso collegavano il costo della bevanda a quello dei cereali.
In Belgio, la birra d’abbazia ancora oggi affonda le sue origini nel Medioevo. I monasteri benedettini e trappisti della Vallonia francofona producono da sempre birra con metodi tradizionali, tramandando fino ai giorni nostri le eredità brassicole medievali. Anche in Italia esistono esempi di birra trappista con radici storiche, come quella prodotta dall’Abbazia delle Tre Fontane. In Austria, monasteri come quello di Engelszell hanno mantenuto viva la tradizione brassicola per secoli, alternando fasi di interruzione e ripresa a seconda dei cambiamenti storici e sociali.
Accennando ora all’abbigliamento medievale, chi viveva immerso nella cultura della birra, come birraie, alewives o monaci, indossava abiti tipici e funzionali dell’epoca. Le donne campesine vestivano tuniche semplici, spesso di lino o lana, sormontate da grembiuli robusti in cui potevano portare attrezzi o avanzi di malto. In epoche posteriori, tra il XIV e il XV secolo, cominciarono a comparire copricapi quali l’escoffion, una sorta di doppia corna di stoffa ampliata da veli e strutture rigide, diffuso tra le donne aristocratiche.
Non si hanno molte testimonianze iconografiche sugli abiti indossati dalle donne che producevano birra, ma si può supporre che vestissero come le altre donne del villaggio: tunica, cintura, copricapo semplice e grembiule. Il lavoro di birraia veniva svolto nel contesto domestico o familiare, senza abiti distintivi particolari. Alcune fonti sostengono che il legame tra birraie e presunte streghe, con cappelli appuntiti e simboli folkloristici, sia un’invenzione moderna nata nell’Ottocento, più legata al romanticismo e alla cultura popolare che a realtà storiche.
La birra medievale affonda le sue radici nella produzione domestica femminile e nelle eccellenze monastiche, perfezionate da nuove tecnologie e ingredienti come il luppolo, fino a diventare una bevanda centrale della vita quotidiana e commerciale. Per quanto riguarda l’abbigliamento storico, chi lavorava nella produzione, spesso donne comuni o religiose, indossava vestiti pratici e funzionali alla propria classe sociale, senza costumi distintivi. Il Medioevo, così ricco di fermenti culturali, sociali ed economici, ha lasciato una traccia profonda nella storia della birra, una bevanda che ancora oggi ci racconta le sue antiche origini ogni volta che la gustiamo.