Consumo di birra ed evoluzione della bevanda

Nei Paesi del Nord Europa la birra forniva una quantità notevole di calorie giornaliere e in Inghilterra e nei Paesi Bassi il consumo era di 275-300 litri all’anno nel Basso Medioevo, con questa bevanda servita ad ogni pasto. Da sempre la birra è una delle bevande più scelte d’Europa anche se i pochi esperimenti condotti da medici greci e arabi facevano sì che fosse ritenuta poco salubre.

Dal IX secolo ha inizio l’aromatizzazione con il luppolo, che sostituisce la gruit, una miscela di varie spezie prive delle proprietà conservanti del luppolo. Per questo la birra veniva bevuta subito dopo la produzione e non poteva essere esportata. L’unica alternativa per conservare a lungo la bevanda era aumentare il contenuto di alcool, ma si trattava di un processo costoso.

La prima birra luppolata nasce in Germania nel XIII secolo e comincia ad essere da subito esportata in larga scala grazie a botti di dimensioni standardizzate. In questo modo si raggiunge la massima professionalità nella produzione di birra, gestita da 8-10 persone. Questo modello di produzione si diffonde in Olanda nel XIV secolo e in Inghilterra nel XV secolo. Nel XIV secolo in Inghilterra si impone l’uso del luppolo e questo porta a rivolte di contadini che ritenevano il luppolo rovinasse il sapore della birra. Questo malcontento fu represso brutalmente e via via tutti i Paesi ordinarono l’impiego del luppolo per la produzione di birra.

La prima produzione di birra italiana risale al XIX secolo e tra queste ci sono la Wührer di Brescia, la Pasqui di Forlì, la Peroni di Vigevano, poi di Roma; la Moretti di Udine. Prima del proibizionismo anche negli USA esistevano migliaia di fabbriche di birra, che producevano birre forti e di stampo europeo, ma fallirono nel 1920 o si convertirono nella produzione di bevande analcoliche o ad altre attività.

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